Giorno 28 Gennaio gli Infermieri di tutt’Italia si fermano per manifestare la loro rabbia e malcontento per non aver ricevuto alcun riconoscimento da parte delle istituzioni, per tutto l’impegno e la professionalità che gli Infermieri hanno messo in campo in questi due anni, per fronteggiare l’emergenza pandemica.
Da due anni gli Infermieri si trovano in prima linea a combattere l’emergenza Covid; impegno che li ha costretti a fare doppi turni, saltare riposi, subire il blocco delle ferie, nella maggior parte dei casi costretti a lavorare in situazione oltre il limite dell’immaginabile, con carenza di DPI e difficoltà organizzative senza precedenti. A questi professionisti, che sono stati sballottati da un reparto all’altro dal giorno alla notte senza alcun training formativo, che hanno accumulato ore ed ore di straordinario mai pagato, costretti a limitare il contatto con i propri familiari per periodi abbastanza lunghi, il GOVERNO DEI MIGLIORI ha chiuso la porta in faccia e non ha riconosciuto neanche quello che già normativamente ed economicamente era stato stanziato: l’Indennità professionale specifica.
Mentre tutto il mondo ha riconosciuto la professionalità degli Infermieri Italiani e la società civile ci ha manifestato la propria vicinanza, il Governo Italiano è stato bravo solo a dare pacche sulle spalle e scattare fotografie di rito: il Ministro Brunetta, che nella sua esperienza politica ha sempre fatto della meritocrazia nella pubblica amministrazione un cavallo di battaglia, nel momento in cui poteva dar luogo a ciò che ha sempre sostenuto, ha pensato bene di tirarsi indietro non erogando sin da Gennaio 2022 l’indennità professionale specifica agli Infermieri, posticipandola al rinnovo del prossimo Contratto Nazionale.
In Italia secondo gli ultimi dati della FNOPI mancano all’appello 60 mila Infermieri di cui 27mila al Nord, circa 13 mila al Centro e 23.500 al Sud e Isole. In Sicilia gli stessi dati ci indicano una carenza di 5707 unità, carenze dovute ad una progettazione organizzativa (DOTAZIONE ORGANICA) che si basa su tetti di spesa troppo bassi per il calcolo e l’assunzione di personale Infermieristico; tutto ciò si traduce in meno Infermieri e meno assistenza ai cittadini.
L’Infermiere Italiano rimane ancora il meno pagato del resto d’Europa. Alcuni esempi: in Francia da marzo 2021, gli Infermieri, hanno percepito un aumento dello stipendio base di 183 euro ed a quelli che lavorano nelle terapie intensive sono stati dati ulteriori 100 euro. In Germania lo stipendio di un Infermiere va dai 2.000 ai 2.800 euro netti al mese mentre in Inghilterra lo stipendio base parte da 2.200 euro netti mensili; inoltre, proprio per l’impegno e l’abnegazione nel contrasto all’emergenza Covid , sempre in Inghilterra è stato previsto un ulteriore aumento di 3.700 euro l’anno.
E in Italia? Beh… la retribuzione di un Infermiere si attesta intorno 1.690 euro netti mensili e gli stessi hanno ricevuto un bonus per la lotta al Covid di 75 euro lordi mensili, cifra che, appunto, vedranno in busta paga solo a contratto nazionale chiuso.
A tutto questo aggiungiamo le aggressioni agli infermieri e ai sanitari in generale che sono spesso l’esito delle disfunzioni del sistema che non dipendono dall’operato del singolo, ma dipendono dalle risorse disponibili, dai limiti dell’organizzazione e dalle scelte gestionali. Il riconoscimento della professione infermieristica come lavoro usurante ed il riconoscimento e sviluppo delle nostre competenze.
Al Governo evidentemente non interessa quello che gli infermieri stanno subendo e quanto sacrificio si chiede loro. Non si è visto nessun segnale di attenzione e vicinanza per gli sforzi che stiamo facendo. Anzi, ci è stato negato anche il dovuto – perché già stanziato – e cioè l’indennità di specificità. Uno schiaffo per chi ogni giorno sacrifica se stesso per salvare le vite degli altri e permettere al Paese di stare in piedi. Di fronte a questa sordità vogliamo manifestare il nostro diritto ad essere trattati per quello che valiamo. Non tutte le professioni e non tutti i lavori sono uguali. Non chiediamo uguaglianza, ma equità. Non vogliamo creare disagio ai cittadini più di quello che già vivono. Lottiamo, prima che sia troppo tardi, perché ci siano più infermieri e più motivati per poter dare ancora un’assistenza di qualità.
Venerdì 28 gennaio gli infermieri di tutta Italia si fermeranno nel rispetto delle restrizioni Covid e dell’andamento pandemico. In Sicilia la manifestazione si terrà a Palermo alle ore 10:00 a Palazzo D’Orleans, alla quale il NurSind di Ragusa parteciperà con una propria delegazione.
Il Segretario Territoriale
NurSind Ragusa
Inf. Giuseppe Savasta